Esami di riparazione: ieri e oggi. Il ritorno dei “debiti” a settembre

Un tempo si chiamavano esami di riparazione, oggi si parla di prove di recupero dei debiti formativi. Cambia il nome, ma la sostanza resta la stessa: studenti che, non avendo raggiunto la sufficienza in una o più discipline a giugno, devono affrontare a settembre la verifica del loro percorso di recupero.

Dopo un paio d’anni di relativa “benevolenza” da parte delle scuole, dovuta al clima straordinario del post-pandemia, la tendenza è cambiata. Oggi si torna a rimandare gli studenti anche in due o tre materie, e gli esami di settembre sono tornati a essere un momento serio e decisivo.

Quando lo studio estivo non c’è

Molti ragazzi non riescono ad affrontare con costanza i compiti estivi: alcuni rimandano, altri si illudono che con qualche lezione di ripetizione last minute possano colmare mesi di lacune. Spesso i professori si accorgono subito se lo studente non ha studiato affatto. In questi casi, la bocciatura diventa quasi inevitabile: il recupero estivo richiede impegno e costanza, non scorciatoie.

Chi getta la spugna

Non mancano i casi in cui gli studenti, resisi conto di non aver fatto nulla durante l’estate, scelgono di non presentarsi nemmeno all’esame di recupero. Un segnale chiaro di resa, che purtroppo apre le porte alla bocciatura automatica.

Il rischio dell’abbandono scolastico

Quando la prospettiva di una nuova bocciatura si fa concreta, può accendersi la lampadina dell’abbandono scolastico. Alcuni ragazzi, scoraggiati, decidono di lasciare i banchi di scuola, convinti di non avere più possibilità di recupero. Un fenomeno che preoccupa famiglie e insegnanti e che rischia di compromettere il futuro formativo e lavorativo degli studenti coinvolti.

La riforma dal 2025-2026

A complicare il quadro, dal nuovo anno scolastico 2025-2026 entrerà in vigore la riforma voluta dal ministro Valditara: sarà ancora possibile recuperare gli anni scolastici persi, ma non più di uno. In pratica, in caso di bocciatura, lo studente potrà ripetere l’anno e recuperare al massimo un altro anno eventualmente perso in precedenza. Verranno meno, quindi, quelle procedure straordinarie che in passato consentivano di concentrare più anni in uno.

La soluzione: affidarsi a esperti

In questi casi, l’orientamento giusto può fare la differenza. L’Istituto Kant, con oltre trent’anni di esperienza nella formazione e nel recupero scolastico, offre la possibilità di analizzare ogni situazione, anche la più delicata, e proporre il percorso migliore.

Lo staff dell’Istituto Kant aiuta non solo a recuperare gli anni scolastici persi, ma anche a valutare un eventuale cambio di indirizzo di studi, sempre con soluzioni flessibili e accessibili. Un’opportunità pensata anche per chi ha poco tempo, lavora, ha impegni familiari o semplicemente non vuole rinunciare del tutto alle proprie attività.

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